Rigenerazione Urbana

Riqualificare, rinnovare o rigenerare un territorio non può prescindere dalla presa di coscienza della città in termini di consistenza del patrimonio edilizio pubblico e privato, degli strumenti di pianificazione e delle previsioni di utilizzo del suolo, dell’edilizia sociale e della geolocalizzazione delle infrastrutture principali. Sono stati censiti 36.679 unità immobiliari esistenti (fonte ufficio tributi comune di Albano Laziale) di cui 19.082 unità a destinazione residenziale e 16.682 unità a destinazione depositi e commerciale. Di fatto abbiamo di fronte quasi tutti esercizi di vicinato e non macrostrutture a conferma di quanto evidenziato nell’analisi documentale legata all’economia locale. Il patrimonio pubblico si attesta su 343.931 mq destinati per 23.366 mq a impianti sportivi/palestre, 32.067 mq a destinazione scolastica, 6.126 mq a Edilizia Residenziale Pubblica, 281.723 mq dedicati ad attività Istituzionali.

Sono state prodotte diverse mappe con la sovrapposizione degli strumenti di pianificazione vigente, al fine di restituire uno sguardo integrato, seppure sintetico e certamente non esaustivo, sul loro stato di attuazione. Nelle tavole dell’Atlas territoriale sono riportate le perimetrazioni dei nuclei abusivi (la cui definizione è ancora in corso da parte dell’Amministrazione comunale). Non tutti gli strumenti attuativi hanno avuto riscontro nella crescita della città lasciando al loro interno numerose aree non edificate o edifici dismessi soprattutto nelle zone produttive. È in fase di elaborazione anche l’identificazione e la perimetrazione, in base a criteri socio-economici, di aree all’interno dei confini amministrativi (aree critiche) dove è necessario strutturare delle azioni integrate di rigenerazione urbana, che trattino il tema dell’housing sociale e dell’offerta di servizi/spazi pubblici anche a partire dal coinvolgimento della comunità locale, dal recupero di immobili dismessi e dall’eventuale individuazione dei necessari canali di finanziamento. In tal senso, molte indicazioni sono emerse dal confronto con gli stakeholder. Uno sguardo particolare è stato rivolto al patrimonio immobiliare pubblico, a partire dalle scuole, sul quale è necessario concentrare l’attenzione della comunità e dell’amministrazione al fine di garantire la messa in sicurezza e la creazione di una rete supportata anche da elementi di mobilità sostenibile (ciclabili). Momentaneamente, e attraverso un approccio euristico/qualitativo, si è cercato di capire, raccogliendo i racconti delle esperienze locali, quali possano essere delle zone a rischio. Con rischio si intende principalmente:

➢ presenza di fenomeni di povertà urbana,

➢ fenomeni di esclusione sociale,

➢ attività illegali,

➢ servizi/funzioni non adeguati/e Infine, una città che guarda al futuro, e vuole restare competitiva, è una città che non può prescindere dall’infrastrutturazione informatica.

È stato riportato in mappa l’anello in fibra ottica di proprietà comunale che ha messo in collegamento gli uffici pubblici oltre ai collegamenti agli hotspot e ripetitori wi-fi. Il percorso dell’anello ad oggi copre esclusivamente una parte del centro storico e lascia ancora scoperti infrastrutture rilevanti come Ospedale e Tribunale.

Il workshop tenuto con gli stakeholder locali è stato facilitato ponendo le seguenti domande:

➢ Che significa in termini di welfare il post-crisi ad albano laziale?

➢ Quali azioni fisiche e immateriali sono prioritarie? (scuola, sanità, quartieri a rischio…)

➢ Quali i settori di intervento?

➢ Quali le aree critiche? Quali fenomeni specifici le rendono a rischio?

➢ Come intervenire sulla rete relazionali nelle zone critiche?

➢ Come migliorare la qualità dell’abitare? Quali implicazioni a livello di area vasta?

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