Welfare ed Economia Locale

Nel confrontare Welfare ed Economia Locale si è lavorato considerando da un lato la produzione economica locale dall’altro la spesa necessaria per i servizi al fine di ottenere un buon equilibrio della coesione sociale, ed uno sviluppo che consideri tra le variabili della sostenibilità anche quella che garantisca equità. Nel termine welfare vengono considerate le assistenze Sanitarie – Sociali – Educative e del Terzo Settore che, impiantate sul territorio o erogate dall’ente pubblico, compensano le mancanze che la struttura economica produttiva, basata sulle leggi di mercato, non riesce a garantire. I dati reperiti non sempre sono aggiornati, ma comunque riescono a restituire una fotografia del tessuto economico-sociale di Albano Laziale in costante relazione con l’area vasta dell’Area Metropolitana. L’economia insediata ad Albano tra il 2014 e il 2016 (fonte Camera di Commercio di Roma) vedeva 3.553 utenti in cui i valori più significativi erano riportati da commercio (1.008 utenti), costruzioni (594 utenti), seguiti a ruota da industria (282 utenti) e alloggio e ristorazione (278 utenti). Se il dato delle costruzioni ha subito delle flessioni innescate dalla crisi immobiliare, gli altri settori hanno una rilevanza notevole nella caratterizzazione dell’economia locale. Il commercio, consolidato negli anni con una moltitudine di piccole attività, continua a giocare un ruolo centrale, ma la parte turistica ricettiva, che pure ha una valenza industriale, di fatto non riesce a crescere con altrettanta forza, non mettendosi a sistema con gli altri Comuni dei Castelli. Per quanto riguarda l’aspetto del welfare, un ruolo dominante è giocato sia dalle scuole (5.868 iscritti al 2014) e dai servizi sanitari (oltre 300 ricoveri solo nel 2015). I due settori si sviluppano in un contesto di area vasta fornendo servizi non solo ai residenti nel comune di Albano ma anche al territorio limitrofo. Per quanto riguarda i servizi sociali comunali tra il 2012 e il 2014, il Comune ha fornito sostegno a 7.532 utenti di cui 3.079 ad anziani e 2.285 adulti in difficoltà. Un ruolo importante, infine, è ricoperto dal terzo settore che, distribuito omogeneamente nelle frazioni e con maggiore concentrazione nel centro della città, gioca un ruolo sussidiario di calmiere per le disuguaglianze sociali: che si tratti di attività sportive, culturali, o altro riescono garantiscono per le nuove generazioni servizi e supporto a favore dell’inserimento e dell’inclusività nei diversi ambiti del mondo sociale. Le tipologie di ricoveri sono variate negli ultimi anni. Lo stato degli accessi al pronto soccorso si manifesta in fase mediamente più avanzata della patologia: appare evidente come la crisi economica abbia inciso sul concetto di prevenzione e cura tempestiva delle malattie. Il workshop tenuto con gli stakeholder locali è stato facilitato ponendo le seguenti domande: ➢ Quali sono i nuovi settori potenziali per l’economia di Albano Laziale? dei Castelli? ➢ Come migliorare la performance degli attuali? ➢ Dove-Chi sono i concorrenti? (territori, città…) ➢ Quale la scala dei concorrenti? (local, globale…) ➢ Quali sono i vantaggi competitivi dell’economia locale? ➢ Dove sono i luoghi della produzione? come facilitare i servizi? ➢ Quali settori tradizionali non stanno andando bene? Come/Dove intervenire? ➢ Cosa significa innovazione su Albano Laziale e nei Castelli Romani? ➢ Quali sono i settori trainanti nell’innovazione? ➢ Come rendere l’innovazione un driver per uno sviluppo sostenibile ed integrato? ➢ Quali sono gli attori dell’innovazione? Dove sono? ➢ Si sta investendo in innovazione? Dove? Come? ➢ Cosa significa alla scala di Albano realizzare (applicare smart city solutions) una smart city? ➢ Quali i settori trainanti per/dove sperimentare applicazioni innovative? ➢ Le azioni di smart city devono esser più legate ad aspetti intangibili o tangibili (governance/servizi/mobilità…)? ➢ Come usare in modo strategico l’enorme quantità di dati prodotta a scala urbana? Come coinvolgere la comunità locale? ➢ Come cambiare uso di istituzione e spazi pubblici attraverso smart city technologies? ➢ qualità del vivere e dell’abitare ad Albano e nei Castelli: come e dove possono aiutare soluzioni e approcci smart?

Rigenerazione Urbana

Riqualificare, rinnovare o rigenerare un territorio non può prescindere dalla presa di coscienza della città in termini di consistenza del patrimonio edilizio pubblico e privato, degli strumenti di pianificazione e delle previsioni di utilizzo del suolo, dell’edilizia sociale e della geolocalizzazione delle infrastrutture principali. Sono stati censiti 36.679 unità immobiliari esistenti (fonte ufficio tributi comune di Albano Laziale) di cui 19.082 unità a destinazione residenziale e 16.682 unità a destinazione depositi e commerciale. Di fatto abbiamo di fronte quasi tutti esercizi di vicinato e non macrostrutture a conferma di quanto evidenziato nell’analisi documentale legata all’economia locale. Il patrimonio pubblico si attesta su 343.931 mq destinati per 23.366 mq a impianti sportivi/palestre, 32.067 mq a destinazione scolastica, 6.126 mq a Edilizia Residenziale Pubblica, 281.723 mq dedicati ad attività Istituzionali.

Sono state prodotte diverse mappe con la sovrapposizione degli strumenti di pianificazione vigente, al fine di restituire uno sguardo integrato, seppure sintetico e certamente non esaustivo, sul loro stato di attuazione. Nelle tavole dell’Atlas territoriale sono riportate le perimetrazioni dei nuclei abusivi (la cui definizione è ancora in corso da parte dell’Amministrazione comunale). Non tutti gli strumenti attuativi hanno avuto riscontro nella crescita della città lasciando al loro interno numerose aree non edificate o edifici dismessi soprattutto nelle zone produttive. È in fase di elaborazione anche l’identificazione e la perimetrazione, in base a criteri socio-economici, di aree all’interno dei confini amministrativi (aree critiche) dove è necessario strutturare delle azioni integrate di rigenerazione urbana, che trattino il tema dell’housing sociale e dell’offerta di servizi/spazi pubblici anche a partire dal coinvolgimento della comunità locale, dal recupero di immobili dismessi e dall’eventuale individuazione dei necessari canali di finanziamento. In tal senso, molte indicazioni sono emerse dal confronto con gli stakeholder. Uno sguardo particolare è stato rivolto al patrimonio immobiliare pubblico, a partire dalle scuole, sul quale è necessario concentrare l’attenzione della comunità e dell’amministrazione al fine di garantire la messa in sicurezza e la creazione di una rete supportata anche da elementi di mobilità sostenibile (ciclabili). Momentaneamente, e attraverso un approccio euristico/qualitativo, si è cercato di capire, raccogliendo i racconti delle esperienze locali, quali possano essere delle zone a rischio. Con rischio si intende principalmente:

➢ presenza di fenomeni di povertà urbana,

➢ fenomeni di esclusione sociale,

➢ attività illegali,

➢ servizi/funzioni non adeguati/e Infine, una città che guarda al futuro, e vuole restare competitiva, è una città che non può prescindere dall’infrastrutturazione informatica.

È stato riportato in mappa l’anello in fibra ottica di proprietà comunale che ha messo in collegamento gli uffici pubblici oltre ai collegamenti agli hotspot e ripetitori wi-fi. Il percorso dell’anello ad oggi copre esclusivamente una parte del centro storico e lascia ancora scoperti infrastrutture rilevanti come Ospedale e Tribunale.

Il workshop tenuto con gli stakeholder locali è stato facilitato ponendo le seguenti domande:

➢ Che significa in termini di welfare il post-crisi ad albano laziale?

➢ Quali azioni fisiche e immateriali sono prioritarie? (scuola, sanità, quartieri a rischio…)

➢ Quali i settori di intervento?

➢ Quali le aree critiche? Quali fenomeni specifici le rendono a rischio?

➢ Come intervenire sulla rete relazionali nelle zone critiche?

➢ Come migliorare la qualità dell’abitare? Quali implicazioni a livello di area vasta?

Popolazione e Territorio

La città di Albano Laziale è collocata all’interno della Città Metropolitana di Roma e ricade

nell’ambito geografico del Parco dei Castelli Romani.

Dal punto di vista della popolazione sono stati raccolti i numeri degli abitanti insediati in: Centro Italia 13.700.220 ab. Regione Lazio 5.898.124 ab. Città Metropolitana di Roma 3.397.371 ab. 2.873.494 ab Roma Comune 523.877 ab Cintura Esterna Comuni Castelli Romani 355.257 ab. Albano Laziale 41.271 ab.

I diciassette comuni dei Castelli Romani (Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora e Velletri) insediano il 67,8% della popolazione della cintura esterna della Città Metropolitana di Roma Capitale. In questo territorio la città di Albano rappresenta un numero di abitanti pari all’ 11,6%, ricoprendo per posizione e concentrazione di servizi un ruolo strategico.

La popolazione ha avuto un incremento sostanziale dal 2002 al 2014 passando da 34.332 a 41.708 abitanti, con un aumento del 21,5%, si è poi stabilizzata fino al 2018. In termini di fasce di età è così divisa: 6,5 % in età prescolare (0/6 anni), 8,2 % in età scuola dell’obbligo (7/17 anni), 14,6% in età forza lavoro (15/19 anni), 51,3% in età adulta (30/65 anni) e il 19,4% in età senile (oltre i 65 anni).

Analizzando il livello di istruzione dei residenti appare: 0,6 % analfabeti, 7,6 % alfabeti, 16,3 % licenza elementare, 28,3 % licenza media, 35,6 % con licenza superiore e l’11,6 % di laureati.

Un dato sul quale riflettere rivela che il 52,8 % si è fermato alla terza media.

Cultura e Turismo

La città di Albano è caratterizzata da un importante patrimonio culturale materiale e immateriale. Il patrimonio materiale consiste in ➢ 14 monumenti storici di epoca romana, ➢ 11 monumenti a carattere religioso (cappelle) ➢ 3 musei, 2 strutture per lo spettacolo ➢ 21 strutture ricettive di cui 3 alberghiere e 8 extralberghiere ➢ oltre ai beni naturali, paesaggistici di vedute e affacci. Numerose sono anche le attività culturali che vengono organizzate sul territorio. Nel 2013 solo per le attività all’aperto sono stati contate oltre 48.000 presenze di cui 34.000 per la festa de “Il Bajocco”. L’ufficio cultura rileva che le tante attività svolte sul territorio non riescono ad essere attrattive verso l’esterno, bensì trovano molte adesioni dei cittadini di Albano. Nello stesso anno ci sono stati 782 accessi ai musei e 1.441 ai monumenti oltre a 1477 accessi alle biblioteche. Numerose sono le attività culturali consolidate: ➢ Stagione teatrale da ottobre e aprile all’interno del Teatro Alba Radians alla sua XXVII edizione ➢ Festival musicale “Franz Liszt”: Le Settimane musicali lisztiane di Albano sono state ideate nel 1986 da ottobre a gennaio ➢ Albano Jazz gennaio – febbraio ➢ Festival Nazionale del Teatro Amatoriale premio Lucio Settimio Severo si svolge tra febbraio – aprile giunto alla IX edizione ➢ Festival delle Bande Musicali, “Albano la Città delle Bande Musicali” aprile – giugno Giunta alla XX edizione ➢ Festival Fiati marzo – aprile ➢ Festival del Teatro greco con gli studenti del Liceo Foscolo giugno ➢ Atmosfere del mondo romano antico” ➢ Festival della Musica alla sua XII edizione ➢ Anfiteatro Festival giugno – agosto, che si svolge nell’importante e suggestivo sito archeologico dell’Anfiteatro Severiano ➢ Cinema in piazza e festival del Corto. Agosto giunto alla VI edizione ➢ Festival Artisti di strada, Bajocco Festival: a partire dall’anno 2011. All’albo delle associazioni culturali del Comune di Albano sono registrate 45 associazioni. Sono stati trasmessi gli inviti a partecipare ai workshop a ogni associazione iscritta. Il workshop tenuto con gli stakeholder locali è stato facilitato ponendo le seguenti domande: ➢ Quali sono le attività integrative nella protezione e valorizzazione del patrimonio culturale ad Albano Laziale? quali alla scala dei Castelli Romani? ➢ Come usare la cultura come mezzo di integrazione (e.g. sport, cibo, tradizione come driver per diversity management)? ➢ Dove intervenire per migliorare l’offerta culturale locale? Come migliorare la messa a sistema alla scala dei castelli romani? ➢ Come differenziarsi e diventare competitivi rispetto all’enorme offerta di Roma? Quali possono essere i vantaggi competitivi della scala di Albano o dei Castelli (e.g. legare cultura, patrimonio e paesaggio)? ➢ Quali gli spazi e i luoghi dove intervenire per aumentare il valore del patrimonio culturale? Come? ➢ Su quali attività investire per migliorare/internazionalizzare l’offerta culturale? Come?

Ambiente Ecologia Resilienza

Il tema ambientale è senza ombra di dubbio centrale per una città inclusa nel Parco Regionale dei Castelli Romani, seppure, l’area sottoposta a vincolo di tutela copre una percentuale minima del territorio comunale, il tema del verde attraversa la città sotto molteplici forme. Parchi urbani, e aree agricole costituiscono la colonna vertebrale verde con importanti emergenze in tema di biodiversità. Il tema naturalistico si lega all’impegno del Piano d’Azione per L’Energia Sostenibile PAES sottoscritto dal Comune di Albano per raggiungere degli obiettivi di abbattimento di CO2 entro 2020. Si prevede la riduzione delle emissioni di CO2 del 53 % negli Edifici, il 16 % nei Trasporti, Il 18 % nella produzione di Energia e il 13 % nella gestione di rifiuti e acque. L’Alleanza per il Clima per l’Italia Onlus ha elaborato il monitoraggio del PAES per il Comune di Albano Laziale a febbraio 2018. La valutazione è estremamente positiva nella relazione generale, in quanto evidenzia come Albano abbia già raggiunto gli obiettivi di riduzione della CO2 previsti per il 2020. Analizzando le azioni specifiche si evidenzia come siano state eseguite quasi tutte le azioni previste sul patrimonio pubblico ma, la parte strutturale del Piano, ovvero quella che dovrà incidere in termini di regolamentazione e ottimizzazione dell’efficienza energetica con ricadute sul patrimonio edilizio privato, deve ancora essere messa in atto e potrà incidere in maniera significativa anche sugli strumenti vigenti di pianificazione (Regolamento Edilizio). Questa componente richiede maggior impegno nel definire i termini di attuazione rispetto al lavoro effettuato. Per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti sono stati analizzati i dati della Società “Volsca ambiente e servizi spa” (azienda privata a capitale pubblico che si occupa della raccolta rifiuti) inerenti alle raccolte effettuate dal 2013 al 2018. Il dato confortante è la sensibile riduzione in peso del rifiuto indifferenziato, questo risultato è stato ottenuto attraverso l’istituzione del metodo di raccolta “porta a porta”. Negli anni 2015 e 2016 il rifiuto indifferenziato si attestava sui 16 milioni di kg annui (16.000 tonnellate-anno) con una media mensile di 1.500.000 kg (1.500 tonnellate). Dal settembre 2016, con l’avvio per fasi successive della raccolta porta a porta infatti c’è stato un decremento costante fino a valori di 500.000 kg mensili (500 tonnellate) per un totale di 5.300.000 kg annui (5.300 tonnellate). Nel primo semestre 2018 si registra un ulteriore decremento e la quota di rifiuto differenziato si è attestato al 69,13%. In sintesi, dal 2016 ad oggi, il rifiuto indifferenziato è stato ridotto di 10.300 tonnellate, un risultato positivo ed incoraggiante. La nuova sfida sarà quella di ottimizzare ancor di più il processo di raccolta e il riuso o riciclo dei materiali di scarto con ricadute sull’economia locale. Di seguito le tematiche dibattute nel workshop insieme agli stakeholder: STRUMENTI: ➢ SEAP/PAES (raggiunge obiettivi 20% abbattimento CO2 entro 2020) ➢ Valorizzare l’approccio di area vasta SERVIZI PRIMARI/SECONDARI: ➢ Efficientamento impianti di riscaldamento (edilizia privata e pubblica) ➢ Utenze pubbliche (illuminazione) MOBILITA’: ➢ Impatto trasporti (aria, rumore, consumo spazio pubblico/suolo) RIFIUTI: ➢ Raccolta differenziata ➢ Gestione dell’umido ➢ Efficienza della raccolta (i percorsi) ➢ Prossimità centri raccolta e riuso AMBIENTE ➢ Gestione sostenibile del ciclo dell’acqua (rete duale per la gestione dell’acqua) ➢ Uso e generazione di energia rinnovabile ➢ Importanza di tenere la città compatta (evitare sprawl urbano) ➢ Misure per mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici

Mobilità

Mobilità Locale

 

Il territorio del Comune di Albano Laziale ha una conformazione frammentata dal punto di vista del continuum urbano, si individuano di fatto 3 aree omogenee e relativamente compatte che costituiscono tre nuclei principali: Albano Centro, Pavona e Cecchina.

Al contrario di quanto diffusamente espresso o riportato, Albano Laziale non è associabile ad una città lineare, ma ha una struttura policentrica calata all’interno di un territorio a sua volta dotato della stessa qualità (l’ambito dei Castelli Romani).

L’idea di città lineare può essere associata al nucleo storico di Albano Laziale, ma anche qui con molti limiti, basti considerare che il centro si sviluppa almeno intono a due assi (il corso di sopra e quello di sotto, ovvero la via Appia). Gli spostamenti tra un nucleo e l’altro obbligatoriamente prevedono l’attraversamento di territori di altri comuni confinanti come Ariccia e Castel Gandolfo.

La mobilità a livello locale (ovvero gli spostamenti tra i nuclei) è effettuata completamente su gomma, servita in gran parte dal trasporto privato. La grande concentrazione di servizi e funzioni, pubbliche e private, si trova nel centro cittadino, soprattutto nel nucleo consolidato di Albano Centro. Questa concentrazione attrae di conseguenza molto traffico veicolare, al quale si aggiunge anche quello di pendolarismo legato all’intera area dei Castelli Romani generando un’alta richiesta di aree di sosta.

Queste condizioni rendono il territorio soggetto a:

➢ frequenti fenomeni di congestione del traffico (soprattutto nelle ore di punta), anche del traffico di attraversamento del centro di Albano penalizzandone la vivibilità;

➢ difficoltà a reperire zone di parcheggio in prossimità dei servizi/funzioni critiche

➢ ad un aumento dell’impatto dei gas inquinanti emessi dai veicoli

➢ consumo eccessivo di tempo legato agli spostamenti individuali e collettivi (specialmente per le categorie non dotate di mezzo privato)

La sfida da affrontare è quella di pensare una rete di trasporti che consenta:

➢ il passaggio di una parte di mobilità a mezzi non inquinantia partire dalla dotazione di quelle infrastrutture necessarie a togliere il traffico di attraversamento pesante dal centro di Albano

➢ una rete di mobilità sostenibile (ciclovie), con priorità di collegamento sui centri dei servizi pubblici e di scambio con le stazioni, che devono diventare centri intermodali della mobilità;

➢ l’ultimazione/implementazione della tangenziale per sgravare il centro del traffico di attraversamento

➢ una migliore programmazione dei mezzi pubblici.

➢ Un potenziamento del sistema su ferro, con particolare riguardo ai flussi e cadenze delle linee su Albano;

➢ Un’ottimizzazione della gestione dei tempi di inizio-uscita lavoro (e.g. piano dei tempi)

➢ La condivisione dei mezzi di trasporto (e.g. car/bike sharing).

Analizzando i dati di flussi della popolazione residente si evidenzia che il 51,1 % si sposta quotidianamente per studio o lavoro, il 47,2 % si sposta in uscita dalla città, ma che oltre 7.800 persone entrano ad Albano quotidianamente di cui 979 da Roma 6.309 dai comuni limitrofi e 516 da altre province. La Città di Albano si conferma dunque catalizzatore in termini di servizi per il territorio dei Castelli Romani, a fronte di una rete di mobilità che necessita di migliorie e interventi non solo di maquillage, ma strutturali, che richiedono un salto culturale nell’approccio alla progettazione e che tengano conto dei numeri in gioco della bassa qualità che contraddistingue l’attuale sistema di mobilità e il suo rilevante impatto ambientale (alto consumo di carburante da fonte fossile, inquinamento dell’aria, rumore e alto numero di incidenti stradali, ovvero poca sicurezza negli spostamenti).

Ad oggi non esiste un Piano Urbano di Sviluppo della Mobilità Sostenibile PUMS, ma è in corso di definizione.

Il workshop tenuto con gli stakeholder locali è stato facilitato ponendo le seguenti domande:

➢ Quale modello di mobilità per Albano Laziale?

➢ Come integrare servizi di mobilità con altre Città dei Castelli?

➢ Come ridurre l’inquinamento atmosferico?

➢ Come ridurre emissione di gas serra legati al trasporto merci e persone?

➢ Quali sono le soluzioni innovative da mettere in campo?

➢ Quali attori coinvolgere? Come?

➢ Un PUMS coordinato alla scala dei Castelli Romani può essere una risposta?

➢ Chi e come si sta monitorando (dati mobilità)?

➢ Come/Dove usarli?

Mobilità di area vasta

  

Se il tema della Pianificazione Territoriale Strategica ha come suo fondamento il guardare oltre i confini comunali a maggior ragione lo si dovrà tener presente nel tema della mobilità. L’ultimo manifesto è dedicato infatti al tema di mobilità di area vasta sia in termini di Città Metropolitana di Roma, che in quelli del quadrante sud, ovvero i Castelli Romani. Inerentemente alla mobilità, l’Area Metropolitana di Roma, la più popolosa d’Italia, presenta notevoli criticità rispetto ad altre metropoli italiane. Nonostante Roma sia la capitale d’Italia e l’Area Metropolitana con maggiore estensione subito dopo Torino (link), l’infrastruttura per la mobilità ha dei numeri poco confortanti che evidenziano quanto sia

• sottodimensionata,

• tecnologicamente non al passo con i sistemi di gestione dei flussi più avanzati

• obsoleta come modelli di riferimento e soluzioni disponibili per i cittadini.

A conferma di quanto affermato, alcuni esempi basati sui seguenti indicatori calcolati dall’ ISTAT: (per ulteriori info clicca qui)

A) Stalli di sosta nei parcheggi di corrispondenza dei comuni capoluogo di provincia (numero per mille autovetture circolanti)

B) Reti urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale

C) Numero di passeggeri trasportati dal Trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia (numero per abitante)

D) Posti/km offerti dal TPL

In breve, l’Area Metropolitana romana deve alzare i valori di A, B e D. Il valore C ci dice che molti cittadini (ha quasi lo stesso valore di Milano in questo caso) si avvalgono del trasporto pubblico, ma la questione che si pone è legata alla qualità dello stesso, dati i bassi valori degli altri indicatori. In altre parole, in che condizioni viaggiano i pendolari residenti nell’Area Metropolitana e i cittadini residenti a Roma?

Questi valori confermano il palmare e quotidiano disagio emerso dal dialogo con gli stakeholder. Nelle tavole inerenti alla mobilità sono stati evidenziati i rapporti di distanza tra Albano e gli altri Comuni. Nel raggio di nemmeno 16 km ci sono 15 comuni tra Castelli Romani e litorale, senza considerare l’incontro con il territorio del comune di Roma. Ci troviamo dunque a dover considerare una mobilità che si caratterizza attraverso uno spostamento quotidiano, notevole dal punto di vista quantitativo e da quello dell’impatto ambientale, di pendolari lungo gli assi (principalmente Appia e Tuscolana) che legano i Castelli Romani a Roma. Sull’asse Appia si colloca inoltre una infrastruttura critica come l’aeroporto internazionale di Ciampino, un gate strategico per Roma e per i Castelli Romani.

(A pagina 31 della relazione finale di analisi è possibile visualizzare i dati relativi ai flussi di merci e persone che interessano l’aeroporto di Ciampino.)

Le infrastrutture viarie e ferroviarie esistenti di fatto seguono esclusivamente le direttrici che collegano i Castelli a Roma mentre i collegamenti trasversali, dai Castelli verso il mare, o tra gli stessi Castelli, sono legati alle pedemontane su cui viaggiano trasporti pubblici e privati su gomma, la qualità di queste infrastrutture trasversali, in termini di qualità, non è confrontabile con gli assi principali Roma-Castelli.

Sono state presentate e discusse delle pratiche internazionali (Karlsruhe, The Hague, Strasbourg) paragonabili al settore Sud-Est Castelli/Roma per mostrare come sia possibile realizzare sistemi di trasporto integrativi o sostitutivi (e.g. metropolitana leggera, tramvia metropolitana) che possano diventare un asset territoriale in grado di:

➢ favorire la competitività delle economie locali,

➢ ridurre l’impatto sull’ ambiente,

➢ migliorare i tempi di percorrenza

➢ migliorare l’accessibilità esterna e interna dei Castelli Romani.

Le seguenti domande hanno guidato la gestione del workshop:

Come garantire l’accessibilità agli/tra gli asset strategici del nostro territorio?

  • università
  • centri di ricerca,
  • patrimonio culturale,
  • patrimonio naturale,
  • aree produttive,
  • istituzioni
  • uffici amministrativi
  • ospedali

➢ Come migliorare le prestazioni del sistema della mobilitàper renderlo più efficiente?

➢ L’attuale sistema di mobilità è ancora efficace?

➢ Mobilità sostenibile di Area Metropolitana, cosa significa in pratica? Come realizzarla? Da dove partire? Come avvicinarci ai modelli europei più avanzati? Quali azioni vanno intraprese per colmare il distacco infrastrutturale di questa parte dell’Area Metropolitana?

➢ Quali attori sono veramente interessati ad un cambiamento radicale per il nostro territorio? Quale modello è realistico?

Le azioni sopra riportate potrebbero migliorare notevolmente la situazione e far assumere agli indicatori considerati dei valori in linea con le altre capitali europee. Colmare il gap della mobilità è il problema di maggior rilievo in questo settore dell’Area Metropolitana di Roma.